Il destino si sa è ignoto. Il futuro si sa è ineffabile. I piloti guidando la moto cavalcano una tigre. Non sempre però questa belva dolce amara si lascia docilmente toccare e accarezzare, ma, talora, si può impietosamente ribellare e con i suoi artigli potrebbe ferirli mortalmente. Come curare quelle ferite? Nasce l’idea della Clinica Mobile. Il 3 febbraio 1977 a Bendor, piccola isoletta della Costa Azzurra situata nei pressi del circuito Paul Ricard, la Clinica Mobile fu presentata ai piloti, alla stampa e al mondo. Esordì il primo maggio 1977 a Salisburgo in Austria, e quel giorno salvò la vita a Franco Uncini, regalandogli il respiro e il suo dolce sorriso.
Per ricordare quel giorno di sofferenza, di dolore e di speranza ho scritto un capitolo dedicato a quella emozionante vicenda nel libro intitolato “Alex guarda il cielo”. Da questo libro scritto assieme al mio amico campione Alex Zanardi, trascriviamo un brano del capitolo dedicato a Franco Uncini.
“Posai le mie labbra sulle sue, esangui, socchiuse e immobili; sospinsi il mio respiro dentro il suo torace che, gonfiandosi, timidamente si sollevò. Ripetei più volte il gesto spiando il petto che si muoveva col mio respiro, e attesi quel momento meraviglioso che vive ogni donna quando mette al mondo un figlio. Quell’attimo arrivò senza l’urlo che accompagna costantemente il primo respiro del neonato, perché, quando un abitante della terra rinasce la seconda volta, non grida più. Ha già superato il tradimento della nascita naturale e ha già ingoiato quel primo urlo che testimoniava la paura patita, quando era stato gettato per la prima volta in un mondo sconosciuto e inospitale. Mi rialzai dal bordo della curva su cui mi ero inginocchiato e sporco di terra, mi incamminai verso la Clinica Mobile, che esordiva in quel drammatico giorno con onore nel mondo del motociclismo. Dalla curva Fahrerlager del circuito di Salisburgo, il corpo a cui avevo donato un sospiro di vita, si rialzò e camminando sul sentiero del coraggio, si laureò qualche anno più tardi, per la precisione nel 1982, Campione del Mondo. Franco Uncini, questo il nome del pilota rinato nelle praterie del cielo del circuito di Salisburgo, aveva raggiunto finalmente il traguardo sognato aiutato dal respiro dell’amore che la passione per le moto suscita nei motociclisti.